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La Marina da Guerra austriaca: 1369-1849 |
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La storia della Marina Austriaca è indissolubilmente legata alla città di Trieste. Con l’ acquisizione da parte dell’ Austria nel corso del Trecento dei distretti costieri si era posta la base per un autonomo commercio marittimo, tuttavia questo fatto non implicò la costruzione di una propria Marina da Guerra. L’ Impero era all’ epoca debole in politica estera e dilaniato, al suo interno, da innumerevoli faide: l’ Imperatore era quasi privo di potere di fronte ad alcuni grandi principi imperiali e si trovava inoltre in permanente mancanza di denaro, nonostante l’ economia e il commercio fossero fiorenti. Così, in caso di necessità, gli abitanti della costa dovevano ricorrere all’ autodifesa e respingere attacchi nemici provenienti dal mare, mediante la costituzione di una milizia costiera ed equipaggiando navi commerciali armate. Erano, in particolare, da un lato la rivalità con Venezia, potenza dominante nell’ Adriatico, dall’ altro lato i pirati moreschi e ottomani, ad arrecare, di quando in quando, un pregiudizio significativo al commercio locale. Pagamenti di tributi costituirono infine, per lunghi decenni, l’ unica protezione, sulla carta, della bandiera imperiale e dovettero sostituirsi ad una flotta da guerra.
L’ effettivo fondatore di una organizzata navigazione d’ alto mare da parte dell’ Austria fu l’ Imperatore Carlo VI (Karl VI.). Le compagnie di commercio (“Handelscompagnien”), fondate da Carlo VI (Karl VI.) mentre era in vita, destinate all’ interscambio commerciale con il Levante e verso l’ Oltremare raggiunsero presto un tale sviluppo da far insorgere conflitti con le grandi potenze marittime dell’ Inghilterra, dell’ Olanda e della Spagna. In assenza di una marina da guerra che difendesse il commercio, l’ Imperatore fu costretto, a seguito delle pressioni politiche esercitate dalle grandi potenze, a rinunciare al commercio d’ oltremare. Nel frattempo, nel 1713, era stata emanata dall’ Imperatore la “Prammatica sanzione” (“Pragmatischen Sanktion”) che, aprendo il diritto di successione alle figlie femmine, modificava il patto successorio del casato degli Asburgo.
Benchè il commercio marittimo avesse avuto un grande incremento durante il regno di Maria Teresa (Maria Theresia) e Giuseppe II (Joseph II.), tuttavia il tentativo di fondare duraturi insediamenti oltremare fallì, sia a causa delle risorse insufficienti, sia per la mancanza di una marina da guerra. Nonostante l’ Imperatrice fosse stata costretta, nel corso della sua vita, a difendere il proprio diritto ereditario con la forza delle armi, tuttavia l’ armata di terra aveva sempre avuto la priorità. Nonostante l’ Imperatore Giuseppe II (Joseph II.) sia considerato come l’ effettivo fondatore di una stabile Marina da Guerra austriaca, questa si concretizzò, nei successivi decenni, appena in una serie di piccole navi. Solo la nomina, nel 1801, dell’ Arciduca Carlo (Karl) a Ministro della Guerra e della Marina mutò questa situazione ma, ciò nonostante, durante le guerre napoleoniche, la Marina non era in grado di difendere con efficacia i possedimenti italiani dell’ Austria. Solo nel periodo trentennale di pace dopo le guerre di liberazione da Napoleone (“Befreiungskriegen”) la Marina, rafforzata dalle navi italo-francesi prede di guerra, assunse, grazie a questo periodo di pace, un ruolo importante nel Mediterraneo, vuoi nelle acque italiane, vuoi in quelle greche, nordafricane e siriane. Anche il commercio marittimo della monarchia aveva assunto in questi decenni uno stabile sviluppo, testimoniato sia dalla fondazione della “Prima imperial-regia società privilegiata di navigazione a vapore sul Danubio” (“Erste k.k. privilegierte Donau-Dampfschiffahrs-Gesellschaft”) (DDSG) sia da quella del Lloyd Austriaco (“Österreichischer Lloyd”), attraverso cui il raggiunto ruolo di guida nel commercio verso il Levante fu assicurato sino al 1914. La Marina visse una veloce crescita solo dopo i disordini rivoluzionari del 1848, quando ufficiali ed equipaggi di origine austriaca sostituirono in gran parte gli elementi stranieri che erano stati congedati. Fu introdotta inoltre come lingua di comando il tedesco al posto della lingua italiana, sino ad allora in uso. L’ intera storia della Imperial-Regia Marina da Guerra fu sempre dominata da costanti problemi finanziari e risparmi, ma spesso anche da una visione di pensiero eccessivamente continentale dei centri di potere più importanti presenti presso la corte imperiale. A causa della posizione dell’ Austria nel cuore dell’ Europa era l’ esercito a ricevere per primo tutte le risorse esistenti, mentre la flotta doveva accontentarsi con quanto rimaneva e che spesso non era ormai più sufficiente. Ciò nonostante va rimarcato come tanti furono i risultati raggiunti, a fronte di così poche risorse. A differenza della Marina d’ alto mare la Flottiglia del Danubio poteva guardare ad una sua lunga, vivace storia passata, in quanto, nel corso dei secoli, il Danubio era diventato per l’ Austria l’ arteria principale del commercio e, contemporaneamente, del trasporto di beni verso il sud-est. Ben prima dell’ inizio del computo degli anni dell’ età moderna i Celti, gli abitanti originari della nostra terra, praticavano una continua navigazione sul Danubio. I romani, i più grandi strateghi militari dell’ era antica, avevano ben presto riconosciuto che la frontiera del Danubio non poteva essere mantenuta solo mediante l’ esercito. Per tale motivo avevano creato sul fiume una considerevole forza militare navale, che agiva sino al Mar Nero. Messo sull’ avviso da un imprevisto grande schieramento militare sul Danubio, l’ Imperatore Carlo il Grosso (Karl der Große) annientò il Regno degli Avari alla fine dell’ VIII° secolo. Da allora, successori della flottiglia romana e come flotta da guerra fluviale residente, furono i marinai ungheresi del Danubio, i cosiddetti “Nassadisten”. All’ inizio dell’ XI° secolo, su impulso del Re cristiano di Ungheria Stefano I (Stephan I. o Szent István), questa flotta si appoggiava ad ancoraggi fortificati. Fu presente per cinque secoli nelle alterne vicende della storia ungherese e combattè coraggiosamente in numerose battaglie contro la potenza imperiale, i Bizantini e i Turchi. I suoi resti confluirono infine, nel 1526, nella imperiale Flottiglia del Danubio, quando la corona, e con essa il territorio dell’ Ungheria dell’ Est, ancora libero dai Turchi, passarono all’ Imperatore asburgico. Nel frattempo, dopo i numerosi scontri per la corona e per la successione che si erano verificati nel territorio di confine austro-ungarico, si era resa evidente, anche dal punto di vista imperiale, la necessità dell’ esistenza di una forza navale armata sul Danubio. Fu così che a Vienna nel 1440 fu sviluppato il primo arsenale austriaco per la costruzione di navi da guerra fluviali. Da questo momento esisterà in tutte le guerre al confine sud-orientale dell’ Impero una flottiglia imperiale del Danubio, creata nuovamente ad ogni campagna militare, o composta da navi commerciali armate. Si trattava peraltro di una forza che, a causa della costruzione con legname di tipo morbido, deperiva rapidamente. Ai tempi delle guerre contro i Turchi esistevano sul Danubio fra il 1526 e il 1763 due autonome e parallele organizzazioni della flotta austriaca, i “Nassadisti” (“Nassadisten”) e l’ “Armata” (“Armada”). La prima, che aveva tratto dopo il 1526 il proprio nome dalle omonime truppe ungheresi, costituiva una forza leggera navale e di soldati, volontaria, sul suolo ungherese, al servizio dell’ Imperatore, che in periodo di pace controllava il commercio e il traffico lungo il flusso del fiume e, in tempo di guerra, si poneva, unitamente al proprio naviglio, a disposizione del signore del paese. Con le sue leggere e agili imbarcazioni a remi (“Ruder-Tschaiken”), che aggredivano il nemico in gran numero, questa milizia era votata ad attacchi di sorpresa, esplorazioni, scorta e azioni di disturbo. Il suo vantaggio risiedeva nella sua capacità di spostamento. Le “Tschaike” erano un tipo di galea, armato di cannoni e con equipaggio da 10 a 100 uomini. In epoca successiva lo stato si occupò del naviglio e degli ufficiali, mentre gli equipaggi in tempo di pace badavano alle loro occupazioni di marinai, godendo dell’ esenzione delle tasse e in guerra ricevevano invece il loro soldo. In antitesi a questa esisteva la “Armata” (“Armada”), che costituiva la forza armata navale imperiale, composta da naviglio armato con batterie pesanti, che doveva essere quasi sempre nuovamente predisposta ad ogni campagna militare dell’ esercito e che era organizzata sul modello di una flotta navale. Costruita a Vienna, da carpentieri italiani e spagnoli, sempre con le più recenti conoscenze tecniche, fu in servizio, dal 1526, con funzioni di sbarramento del Danubio, blocco navale e assedio di fortezze situate lungo il Danubio, di supporto all’ esercito e copertura degli sbarchi, di rifornimento, trasporto e distruzione di ponti. Entrambe le organizzazioni furono riunite nel 1763 nei “Tschaikisten” ed entrarono nel 1852 nel “Flottillenkorps”. Poichè un viaggio di ritorno controcorrente lungo il Danubio del numeroso naviglio da rifornimento diretto all’ Ungheria risultava troppo costoso, lo stesso veniva fabbricato nel poco costoso legno di abete rosso e le imbarcazioni, dopo il loro viaggio discendendo la corrente, venivano ridotte dall’ “Armata” (“Armada”) a legna da ardere nelle steppe ungheresi prive di alberi, per essere rimpiazzate da nuove costruzioni. Per le condizioni dei trasporti e delle strade che esistevano all’ epoca, il Danubio era ampiamente il migliore mezzo di trasporto dei prodotti. Le navi da battaglia fluviali dell’ Austria ebbero dunque un ruolo fondamentale nella riconquista dell’ Ungheria, perdendo però il loro significato alla conclusione di questo conflitto. Per questo motivo ancora nella prima metà del XIX° secolo esistevano lungo il fiume, a malapena, poche imbarcazioni. Solo la rinnovata e intensificata politica austriaca nei Balcani, in contesa con la Russia, nella seconda metà dell’ XIX° secolo richiese di nuovo una flottiglia del Danubio. Sulla base delle esperienze della Guerra di Secessione nord-americana, furono costruiti i primi imperial-regi monitor fluviali. Dopo che gli stessi avevano dimostrato la loro utilità durante l’ occupazione della Bosnia nel 1878, seguirono ulteriori costruzioni, che costituirono sino alla fine del 1918 la spina dorsale della forza militare fluviale austriaca. Nel 1374 i territori dell’ Istria e della Carniola passarono all’ Austria e nel 1382 la città di Trieste si mise sotto la protezione dell’ Arciduca d’ Austria, con l’ atto di dedizione. La scelta compiuta dai triestini pose le basi per le future iniziative marittimo-commerciali della nazione austriaca. Cent’ anni dopo, l’ acquisizione della città di Fiume e del suo territorio, ampliò l’ area di influenza dell’ Austria sulle coste orientali di quel mare, anche attraverso la stipula di un accordo pacifico relativo alla navigazione con la Repubblica di Venezia, che era allora la principale potenza del Mare Adriatico. La battaglia di Lepanto del 1571, condotta contro i Turchi da una flotta austro-ispano-veneziana-pontificia, contribuì a ristabilire per un certo periodo di tempo la libertà di traffico nel Mediterraneo. Nei tre secoli successivi gli scontri con i Turchi, volti a fermare i loro tentativi di espansione in Europa, si svolsero infatti prevalentemente lungo il corso del Danubio. Nacque così la flottiglia del Danubio (Donau-Flottille) che aveva lo scopo di supportare dal fiume le forze di fanteria. La “Compagnia Privilegiata Orientale” (Privilegierten Orientalischen Compagnie) fondata nel 1719 a Vienna dall’ Imperatore Carlo VI allo scopo di incrementare i traffici con i paesi posti sotto l’ egemonia dell’ Impero Turco e, successivamente anche con il Portogallo e le sue colonie, era in realtà il precursore del futuro Lloyd Austriaco (Österreichischer Lloyd) che sarà fondato più tardi, nel 1836. Sempre nel 1719 (secondo altre fonti nel 1722) era stata fondata la Imperial-Regia Compagnia di Commercio per le Indie Occidentali (Kaiserliche-Kőnigliche Ostendische Handelsgesellschaft) per sviluppare appunto i commerci con l’ India Occidentale e Orientale, con l’ Africa e con la Cina. Ben presto si determinarono i primi conflitti con le potenze marittime di Gran Bretagna, Olanda e Spagna. Fu a causa della decisa ostilità politica manifestata da queste nazioni, che la Compagnia dovette essere sciolta nel 1731. Sempre nel 1719, e sempre su impulso dell’ Imperatore Carlo VI, fu fondata la prima Imperial-Regia Flotta da Guerra, le cui navi furono costruite nel neo costruito Arsenale di Trieste. Ma questa flotta fu da subito un fallimento: era troppo debole per numero e caratteristiche delle navi che la costituivano per poter difendere validamente gli stessi commerci e interessi austriaci ed inoltre la sua esistenza cozzava con una visione politica esclusivamente rivolta al continente, visione che era egemone all’ epoca in Austria. La Flotta da Guerra fu sciolta nel 1731, in contemporanea con lo scioglimento della Compagnia Commerciale delle Indie. Se si affermava, per quanto a fatica, la consapevolezza della necessità di armare una flotta da guerra per la difesa dei propri traffici, questa faceva i conti con la scarsa disponibilità di denaro, spesso insufficiente a sostenere anche l’ esercito di terra. Un nuovo tentativo di fondare una Marina da Guerra, compiuto dall’ Imperatore Giuseppe II nel 1786, chiamata “Marina di Trieste” (“Triester Marine”) fu destinato ad un identico destino fallimentare, tanto che durante la prima guerra condotta dalle potenze alleate contro la Francia (1793-1797) si dovette provvedere ad armare numerose navi commerciali per supportare la debole Marina da Guerra. Con la pace con la Francia, stipulata a Campoformido del 1797, l’ Austria ottenne, in cambio dei territori chiamati Paesi Bassi austriaci (l’ attuale Belgio) e della Lombardia, la sovranità sulla Dalmazia e su quella che era stata la Repubblica di Venezia. L’ Austria diventava così una grande potenza nel Mare Adriatico, tanto più che aveva potuto acquisire numerose navi da guerra originariamente veneziane. Questi risultati furono consolidati durante la seconda guerra delle potenze alleate contro la Francia (1799-1801) con la “Marina austro-veneziana” (Österreichisch-venezianische Marine). Tutto andò peraltro perduto dopo la sconfitta subita dalla terza coalizione contro la Francia nel 1805, quando il territorio della già esistente Repubblica di Venezia, a suo tempo ottenuto, dovette essere ceduto al neo-costituito Regno d’ Italia, insieme a tutte le navi da guerra. I rimanenti vecchi territori dell’ Istria, da Trieste a Fiume, costituirono così la sede della piccola “Seconda Marina di Trieste” (“Zweite Triester Marine”) la quale rimase in vita sino ad un’ ulteriore sconfitta subita contro i Francesi nel 1809. Tutto il rimanente territorio costiero dell’ Austria dovette essere ceduto e fu perduto ogni accesso al mare. L’ intera flotta da guerra fu letteralmente messa all’ asta e venduta al migliore offerente: la bandiera della imperial-regia Marina scomparve così dal mare fino al 1813. Dopo le sconfitte di Napoleone in Russia e nell’ Europa Centrale, l’ Austria riuscì a riconquistare non solo i territori della costa orientale del Mare Adriatico, ma anche quelli, già veneziani, ottenuti nel 1797. Il Congresso di Vienna confermò definitivamente questo possesso. Purtroppo però, come già nel 1797, si rinunciò a ricostituire una flotta poderosa, basandosi in primo luogo sulle numerose navi che erano state acquisite come preda di guerra. Al contrario, le navi furono lasciate arrugginire e finirono la loro esistenza trasformate in chiatte o demolite, fra l’ incomprensione e la propensione al risparmio, spinta sino alla taccagneria, del governo. Nel periodo di pace, dopo il 1820, la costruzione della flotta proseguì lentamente. Le navi preesistenti furono destinate in prevalenza a mansioni di trasporto in Dalmazia o impegnate contro i pirati nel Mediterraneo con buoni risultati. Nello stesso tempo la bandiera della Imperial Regia Marina veniva mostrata per la prima volta durante i viaggi all’ estero. La flotta trovò uno zelante fautore nella persona del giovane Arciduca Federico (Friedrich). Negli anni Trenta dell’ Ottocento entrarono in servizio nella Imperial Regia Marina anche i primi piroscafi a ruote. La rivoluzione del 1848 con l’ insurrezione di Venezia condusse alla svolta decisiva. Quasi la metà della flotta, che vedeva in prevalenza imbarcati equipaggi italiani, passò dalla parte degli insorti Veneziani e la città di Venezia dovette essere abbandonata. Il significato di una flotta da guerra fu così chiaramente dimostrato. Svariate vicende belliche, sia per mare, sia per terra, fra cui anche un blocco navale di Venezia condotto dalla rimanente flotta, che imbarcava adesso solo marinai di madrelingua austriaca, fecero si che, dopo solo un anno, Venezia tornasse sotto il governo austriaco e tornassero a regnare ordine e tranquillità. Dopo questi avvenimenti i componenti italiani degli equipaggi furono congedati e i nomi italiani delle navi furono tramutati in nomi tedeschi. Questo cambiamento fu fortemente voluto e gestito dal viceammiraglio Arciduca Massimiliano (Ferdinand Max), il futuro Imperatore del Messico. L’ “Ausgleich” con l’ Ungheria del 1867 comportò per la flotta, a fianco di una nuova bandiera da guerra, il cambio della denominazione da k.k. (Kaiserliche-königliche) in k.u.k. (Kaiserliche und königliche) per tutte le forze militari. Parallelamente al grande sviluppo del commercio marittimo austriaco, anche la Marina da Guerra fu rafforzata con navi di nuova costruzione. Verso la fine degli anni Settanta fu fortemente aumentata la costruzione delle torpediniere. Contemporaneamente, grazie al capitano di fregata (Fregattenkäpitan) von Luppis in collaborazione con le industrie Whitehead di Fiume, fu realizzato il primo siluro al mondo dotato di propulsione propria. All’ occupazione della Bosnia e dell’ Erzegovina nel 1878 parteciparono anche la Marina e, sul fiume Sava, unità della Donau-Flottille (la flottiglia del Danubio). Operarono prevalentemente come unità di supporto e di occupazione delle località costiere. Nel frattempo Pola era diventata il principale porto da guerra della Monarchia e, sulla parte meridionale della costa della Dalmazia, si era provveduto a costruire e fortificare la baia di Cattaro, circondata da alte montagne, come porto di ancoraggio e base logistica. La flotta cresceva lentamente ma continuamente e dimostrava la propria grandezza raggiungendo paesi lontani, con spedizioni scientifiche e viaggi intorno al mondo (“Weltreisen”). In tal modo gli equipaggi venivano addestrati in tutte le mansioni e nella tecnica di navigazione e, contemporaneamente veniva mostrata oltremare la bandiera della k.u.k. Kriegsmarine. Nel 1899-1900 fu necessario allestire anche un corpo di spedizione austriaco contro la rivolta dei Boxer in Cina. Benchè l’ Austria non possedesse colonie, il fatto dimostrò come l’ esistenza di una flotta fosse giusta e necessaria, anche al di là delle numerose presenze e dimostrazioni di forza in difesa del proprio commercio marittimo e dei propri commercianti e cittadini residenti all’ estero. Il denaro necessario alla costruzione di ogni singola nave doveva però essere sempre strappato dopo lunghi dibattiti nelle sedi rappresentative, nonostante all’ epoca la Marina avesse trovato fra i suoi più zelanti fautori l’ erede al trono Arciduca Francesco Ferdinando (Franz Ferdinand), che sarà assassinato a Sarajevo il 28 giugno 1914. La crisi balcanica del 1912-1913 vide la oramai considerevole flotta completamente rinnovata e del tutto pronta all’ azione. Numerosi viaggi dimostrativi della Marina in quegli anni furono gli ultimi avvenimenti prima dello scoppio della grande guerra. Quando, all’ inizio della prima guerra mondiale, la flotta francese tentò di imporre il proprio dominio sul mare nell’ Adriatico, l’ affondamento della sua nave ammiraglia Jean Bart, effettuato dal sottomarino austriaco U 12, costituì una improvvisa svolta. Il nemico si ritirò, per tutta la durata successiva della guerra, nell’ Adriatico Meridionale e si limitò ad assicurare con forze leggere i collegamenti marittimi con l’ Albania e il Montenegro. Fu così che nel Mare Adriatico si sviluppò una guerriglia (“Kleinkrieg”) navale. L’ Austria-Ungheria doveva mantenere efficaci i collegamenti per l’ Esercito lungo la costa della Dalmazia, mentre il nemico tentava, con tutti i mezzi, di danneggiarli. Ne conseguirono piccoli episodi con scontri individuali, attacchi di sommergibili e azioni di posa e di rilevamento di campi minati da ambo le parti. Nei giorni dell’ entrata in guerra dell’ Italia a fianco del nemico, la flotta della k.u.k. Kriegsmarine comparve a sorpresa di fronte alle principali postazioni lungo la costa italiana dell’ Adriatico e bombardò le postazioni militari. Si trattò di un grave colpo inferto al morale del nemico. Poi la guerra continuò come prima, con scontri sporadici. Nel frattempo era entrata in guerra la Turchia, come alleata degli Imperi Centrali. Ben presto dovette difendersi da una possente flotta anglo-francese che bloccò lo stretto dei Dardanelli, tentando l’ irruzione nel Mar Nero per congiungersi alla flotta russa. Su pressante richiesta della Turchia, la Germania stanziò alcuni grossi sommergibili intorno alla Gran Bretagna e, nel Mediterraneo, sulla rotta per Gibilterra. Altri sommergibili più piccoli furono trasferiti successivamente a mezzo ferrovia. Questi sommergibili avevano il compito di attaccare nello stretto dei Dardanelli e di estendere la lotta al traffico marittimo commerciale nel Mediterraneo. L’ Austria-Ungheria predispose per questi sommergibili sedi di sosta, di assistenza e di manutenzione a Cattaro e a Pola. I soli sommergibili della duplice monarchia non erano in grado, a causa delle loro ridotte dimensioni, di operare fuori dall’ Adriatico. Gran parte di questi sommergibili d’ alto mare tedeschi ricevettero, allo scopo di confondere il nemico, un numero operativo della k.u.k. Kriegsmarine e innalzarono la bandiera rossa-bianco-rossa. Dal punto di vista logistico e organizzativo dipendevano dal comando austro-ungarico. In seguito le occasioni di scontro si concentrarono nel controllo del Canale di Otranto, visto, di volta in volta come via di entrata e di uscita, dei rispettivi sommergibili. Il nemico cercava assolutamente di sbarrare questo passaggio con reti antisommergibili, campi minati e anche con reti e catene trainate da pescherecci armati che facevano la spola, avanti indietro in quel tratto di mare. Nel Canale d’ Otranto si svolsero in seguito scontri navali molto aspri. Anche l’ di Marina aveva avuto in quell’ epoca un grande sviluppo. Progettati inizialmente per l’ esplorazione, gli idrovolanti iniziarono ad adempiere a missioni di scorta, caccia anti-sommergibile, ricerca di campi minati e attacchi a navi nemiche, così come contro obiettivi terrestri. Analogamente si ebbero nel corso della guerra, lungo il fiume Danubio, aspri combattimenti. Qui la Donau-Flottille (flottiglia del Danubio) aveva come incarico prevalente e quasi esclusivo, il supporto alle truppe di terra e la sicurezza dei rifornimenti. Nell’ autunno 1914 furono necessarie numerose azioni lungo i fiumi Sava e Danubio, per ottenere la caduta di Belgrado. La città doveva essere poi riconquistata dal nemico, a seguito della necessità di spostare le forze austro-ungariche sul fronte russo, per essere poi ripresa definitivamente nel 1915. Nel 1916-1917 vi furono numerose azioni militari e singoli scontri in vista dell’ occupazione della Romania. Nel 1918 la Donau-Flottille aveva esteso il suo raggio di azione sino al Mar Nero e alle foci dei fiumi russi meridionali. Ma il compito principale durante tutta la guerra fu il mantenimento della libera navigazione sul Danubio per garantire il rifornimento di munizioni, unitamente a generi alimentari e petrolio, per la Turchia. Si trattava di una condizione vitale per la cobelligeranza che potè essere del tutto realizzata. Il compito della flotta nell’ Adriatico, fra il 1914 e il 1918 non consistette nel cercare uno scontro navale che poteva anche essere gradito al nemico, bensì nel garantire i trasporti lungo la costa per le truppe di terra, il mantenimento della libera circolazione nel Canale di Otranto e, contemporaneamente, nel mantenere il nemico lontano dalle proprie coste. Si trattava di compiti che poteva adempiere pienamente, al prezzo di poche perdite. La composizione degli equipaggi rispecchiava la variopinta articolazione della grande famiglia dei popoli dell’ Austria-Ungheria. Solo il 17 % erano Austriaci di madrelingua tedesca, il 20 % erano Ungheresi, il 34 % proveniva dalla Croazia e dalla Slovenia, il 14 % era di madrelingua italiana, l’ 11 % erano Cechi e Slovacchi, il rimanente 4% si suddivideva fra Polacchi, Ruteni e Rumeni. La propaganda nemica insisteva sempre su questo fatto e attizzava, con risultati crescenti, il conflitto nazionale. Man mano che, a seguito del lungo conflitto, l’ assistenza e l’ equipaggiamento diventavano sempre più scarsi anche al fronte e si evidenziava il peggioramento della situazione bellica, il malcontento crebbe fra gli appartenenti alla Flotta di lingua straniera e giunse, infine, all’ ammutinamento. Anche la Marina prese così una parte alla autodistruzione dell’ Impero e al crollo della doppia monarchia. Quando al tramonto del 31 ottobre 1918 la bandiera rosso-bianco-rossa fu ammainata per l’ ultima volta dagli alberi delle navi, l’ Austria era stata cancellata dal novero delle grandi potenze. Il giorno seguente la flotta fu consegnata al parlamento Nazionale degli Slavi del Sud e disarmata. Nei due anni seguenti, così come l’ insieme del Litorale, fu divisa fra le potenze vincitrici e i nuovi Stati sorti dalla vecchia Monarchia. Se anche la Flotta che navigò sotto la bandiera rosso-bianco-rossa è scomparsa dai mari, il suo ricordo rimarrà e sopravvivrà al tempo.
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Fig.
12 - Il 10 settembre1898, a Ginevra, un anarchico italiano assassina
Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach (1837 – 1898) nata duchessa in
Baviera, imperatrice d'Austria, regina apostolica d'Ungheria e regina
di Boemia e di Croazia come consorte di Francesco Giuseppe d'Austria. |
▪ 1898: spedizione dell’ incrociatore corazzato “Kaiserin Maria Theresia” nell’ Atlantico Centrale, durante la guerra fra Spagna e Stati Uniti, a difesa degli interessi austro-ungarici
1900-1913
▪ 1900: anche una squadra della k.u.k. Kriegsmarine partecipa, in Cina, ai corpi di spedizione delle nazioni europee a difesa dei loro residenti contro la rivolta dei Boxer
▪ 1905: dimostrazione della potenza delle flotte europee, sotto la guida delle unità della flotta austro-ungarica, nei confronti della Turchia, nelle acque greche davanti alla Macedonia
▪ 1908: contemporaneamente alla “Rivoluzione dei giovani turchi” (“Jungtürkischen Revolution”) annessione da parte dell’ Austria-Ungheria del territorio della Bosnia e dell’ Erzegovina, già posseduto sin dal 1878
▪ 1912-1913: dimostrazione della flotta austro-ungarica nelle acque del Mare Adriatico e del Mare Egeo durante la guerra dei Balcani
1914
▪ 1914 - 28 giugno: l’ assassinio a Sarajevo dell’ erede al trono dell’ Impero Austro-Ungarico Franz Ferdinand e della di lui moglie, da parte di nazionalisti serbi, costituisce la causa dello scoppio della prima guerra mondiale
Fig. 13 - “Nulla mi è stato risparmiato!”
L’anziano Imperatore prega per i suoi cari, morti tragicamente:
il fratello Massimiliano, fucilato in Messico nel 1867,
il figlio Rodolfo, suicida a Mayerling nel 1889,
la moglie Elisabetta, assassinata a Ginevra nel 1898,
il nipote Francesco Ferdinando e la moglie, assassinati a Sarajevo nel
1914.
“Nuovo dolore e nuove ferite !
Ritornarono ore difficili
Per il dolente Imperatore.
Più volte provato e devoto a Dio
Sopporta questa vita da martire
Con la grandezza di un Giobbe.
Timore per il vegliardo unto dal Signore !
Ascoltate, l’ Imperatore prega sommessamente:
Dio, proteggi i miei popoli !”
▪ 1914 - 23 luglio: mobilitazione generale della imperiale e regia Flottiglia del Danubio
▪ 1914 - 28 luglio: dichiarazione di guerra alla Serbia da parte dell’ Austria-Ungheria
▪ 1914 - 31 luglio: mobilitazione generale di tutte le forze militari dell’ Austria-Ungheria
▪ 1914 - inizio agosto: costretti dai contrapposti legami di alleanza, gli Imperi Centrali (Austria-Ungheria e Germania) e l’ Intesa (Inghilterra, Francia, Russia, Serbia e Montenegro) si trovano in guerra. Battesimo del fuoco della Flottiglia del Danubio davanti a Belgrado
Fig. 14 - Un marinaio tedesco e un marinaio austriaco
con le bandiere delle rispettive Marine da guerra.
Edizione Fratelli Köhn, Vienna.
Cartolina scritta in ceco, viaggiata 29.12.1915.
▪ 1914 - 7 agosto: sortita della Squadra d’ Alto Mare della k.u.k. Kriegsmarine nell’ Adriatico Meridionale a protezione degli incrociatori tedeschi “Goeben” e “Breslau”, provenienti da Messina. Poichè gli stessi si diressero verso le acque turche, l’ azione fu interrotta e la Squadra rientrò a Pola.
Fig. 15 - Cartolina dell’incrociatore da battaglia tedesco “Goeben”, usata come segnaposto per una cena a bordo della nave. |
▪ 1914 - 16 agosto: di fronte ad Antivari l’ incrociatore “Zenta” si vede sbarrata la ritirata da una preponderante squadra francese. Dopo una coraggiosa difesa l’ incrociatore va perduto. Parte dell’ equipaggio si salva, raggiungendo la costa del Montenegro, dove viene fatto prigioniero.
▪ 1914 - 23 agosto: la vecchia torpediniera “26”, durante il servizio di guardia al porto di Pola, incoccia in una mina e affonda
▪ 1914 - 9 settembre: i Serbi conquistano una testa di ponte oltre il fiume Sava e sbarrano di conseguenza la via del ritorno a Pancsova alle navi pattuglia “d” e “g”. Le due navi, dopo aver evacuato gli equipaggi, vengono fatte esplodere per non cadere in mani nemiche
▪ 1914 - 14 settembre: bombardamento di Belgrado da parte di monitor fluviali della k.u.k. Kriegsmarine
▪ 1914 - 28 settembre: unità della k.u.k. Donau-Flottille sfondano, sotto un intenso fuoco di artiglieria, le difese nemiche e penetrano dal Danubio nella Sava
▪ 1914 - 22 ottobre: il monitor fluviale “Temes” affonda nella Sava per lo scoppio di una mina e potrà essere faticosamente recuperato solo due anni dopo, per poi essere rimesso in servizio
▪ 1914 - 22-27 ottobre: la corazzata “Radetzky” bombarda le batterie nemiche delle fortificazioni del Lovcen, situate sulle montagne alle spalle della baia di Cattaro
▪ 1914 - 2 novembre: l’ incrociatore “Kaiserin Elizabeth”, dopo avere esaurito le munizioni nella difesa della città cinese di Tsingtau contro i Giapponesi, si autoaffonda dopo la caduta della fortezza
▪ 1914 - 12 novembre: entrata in guerra della Turchia a fianco degli Imperi Centrali
▪ 1914 - 2 dicembre: unità della k.u.k. Donau-Flottille, insieme a reparti dell’ esercito, occupano la capitale serba Belgrado, che però dovrà essere nuovamente sgomberata il 15 dicembre
▪ 1914 - 20 dicembre: il sommergibile francese “Curie”, nel tentativo di penetrare nel porto di guerra di Pola, la base principale della flotta austro-ungarica, incappa nelle reti antisommergibile poste all’ ingresso del porto e affonda dopo essere emerso in mezzo al fuoco delle artiglierie
di terra e di quelle delle navi. Il sommergibile sarà in seguito recuperato e riparato e servirà per la rimanente durata della guerra sotto bandiera austro-ungarica, con il nome di “U 14”
▪ 1914 - 21 dicembre: il sommergibile “U 12” silura e affonda nell’ Adriatico centrale la nave ammiraglia francese “Jean Bart”. In conseguenza di ciò la maggior parte della flotta pesante francese si ritirerà, per tutta la durata della guerra, nell’ Adriatico Meridionale
1915
▪ 1915 - 2 marzo: colpo di mano di una forza leggera della k.u.k. Kriegsmarine contro Antivari, nel corso del quale viene affondato lo yacht reale montenegrino “Rumina”
Fig. 16 - “Rispetterò i vostri popoli oggi e in futuro.
Così giurò il traditore alla Triplice Alleanza. “
Il re d’Italia Vittorio Emanuele III stringe la mano agli alleati,
nascondendo dietro alla schiena i patti stracciati.
Cartolina non viaggiata.
▪ 1915 - 27 aprile: il sommergibile “U 5” affonda nel Canale d’ Otranto l’ incrociatore corazzato francese “Leon Gambetta”
▪ 1915 - 13 maggio: come primo sommergibile tedesco, l’ “U 21”, proveniente dal Mare del Nord, entra nel Golfo di Cattaro
▪ 1915 - 15 maggio: sul Danubio la nave pattuglia della k.u.k. Kriegsmarine “c” viene colpita dall’ artiglieria terrestre serba. Deve essere portata a riva dove brucia completamente.
▪ 1915 - 23 maggio: dichiarazione di guerra dell’ Italia all’ Austria-Ungheria
▪ 1915 - 24 maggio: l’ intera Flotta d’ Alto Mare della k.u.k. Kriegsmarine, bombarda, il primo giorno di guerra contro l’ Italia, obiettivi militari lungo la costa adriatica italiana. Nel corso dell’ azione viene affondato, vicino a Barletta, il cacciatorpediniere italiano “Turbine”
▪ 1915 - 8 giugno: il dirigibile italiano “Città di Ferrara” viene abbattuto sul golfo del Quarnero dall’ idrovolante “L 48” della k.u.k. Kriegsmarine
▪ 1915 - 9 giugno: il sommergibile della k.u.k. Kriegsmarine “U 4” silura, nell’ Adriatico Centrale, l’ incrociatore leggero inglese “Dublin”
▪ 1915 - 10 giugno: il sommergibile “U 11” affonda con un lancio di siluri il sommergibile italiano “Medusa”
▪ 1915 - 27 giugno: il sommergibile “U 10” affonda nel Mare Adriatico la torpediniera italiana “5 P.N.”
▪ 1915 - 6 luglio: il sommergibile “U 26” affonda nell’ Adriatico l’ incrociatore corazzato italiano “Amalfi”
Fig. 17 - “Tre contro otto”
Sopra: i tre sovrani di Impero Ottomano, Germania e Austria-Ungheria.
Sotto: i sovrani di Serbia, Russia, Francia, Belgio, Inghilterra,
Montenegro, Giappone e Italia (in ordine di data di entrata in guerra).
Periodo storico tra il 23 maggio 1915 (dichiarazione di guerra
dell’Italia all’Austria) ed il 14 ottobre 1915 (entrata in guerra della
Bulgaria, a fianco degli Imperi Centrali).
Cartolina scritta in tedesco corsivo, spedita il 21.7.1915.
▪ 1915 - 18 luglio: il sommergibile “U 5” affonda presso Pelagosa l’ incrociatore corazzato italiano “Giuseppe Garibaldi”
▪ 1915 - 5 agosto: il sommergibile “U 5” affonda presso Pelagosa il sommergibile italiano “Nereide”. Durante un attacco a Pola, il dirigibile italiano “Città di Jesi” viene abbattuto dalle batterie poste a difesa del porto
▪ 1915 - 12 agosto: il sommergibile “U12”, mentre tentava di penetrare nel porto di Venezia, incoccia in una mina ed è perduto
▪ 1915 - 13 agosto: il sommergibile “U 3” viene speronato e affondato nel Canale di Otranto dal cacciatorpediniere francese “Bisson”
▪ 1915 - 27 settembre: la nave da battaglia italiana “Benedetto Brin” esplode e affonda nel porto di Brindisi a seguito di un sabotaggio compiuto da agenti austriaci
▪ 1915 - 5 ottobre: entrata in guerra della Bulgaria a fianco degli Imperi Centrali e conseguente apertura del collegamento logistico con la Turchia. Inizio di una nuova offensiva delle forze militari austro-ungariche contro la Serbia
▪ 1915 - 11 ottobre: dopo cruenti scontri, seconda conquista di Belgrado da parte di unità dell’ esercito, nuovamente sostenute dalla Flottiglia del Danubio
▪ 1915 - 4-5 dicembre: impresa dell’ incrociatore della k.u.k. Kriegsmarine “Novara”, accompagnato da cacciatorpediniere e torpediniere, contro il porto albanese di San Giovanni di Medua, da dove venivano evacuati verso l’ Italia i superstiti dell’ armata serbo-montenegrina. Nel corso dell’ azione furono affondati il sommergibile francese “Fresnel” e circa dieci imbarcazioni da trasporto
▪ 1915 - 29 dicembre: impresa dell’ incrociatore della k.u.k. Kriegsmarine “Helgoland”, con cinque cacciatorpediniere contro il porto albanese di Durazzo, base per il ritiro delle truppe serbo-montenegrine. Nel corso dell’ azione vennero affondate tre imbarcazioni da trasporto e il sommergibile francese “Monge”. I cacciatorpediniere della k.u.k. Kriegsmarine “Lika” e “Triglav” incapparono in un campo minato ed andarono entrambi perduti. Il tentativo del nemico di sbarrare alla flottiglia austro-ungarica la rotta di ritorno, fallì dopo un accanito combattimento
1916
▪ 1916 - 8-10 gennaio: conquista delle fortezze montenegrine situate sulle montagne del Lovcen, ad opera di unità da sbarco delle unità navali di base nel Golfo di Cattaro
▪ 1916 - 18 marzo: il sommergibile “U 6” affonda, nel Mare Adriatico, il cacciatorpediniere francese “Renaudin”
▪ 1916 - 10 maggio: il sommergibile “U 6” incappa, nel Canale di Otranto, in una rete antisommergibile trainata, è costretto ad emergere e viene affondato dalle navi di scorta inglesi
▪ 1916 - 8 giugno: il sommergibile “U 5” silura e affonda nel Mare Adriatico l’ incrociatore ausiliario italiano “Principe Umberto”
▪ 1916 - 23 giugno: l’ “U 15” affonda nel Canale d’ Otranto l’ incrociatore ausiliario italiano “Città di Messina” e anche il cacciatorpediniere francese “Forche”
▪ 1916 - 10 luglio: il sommergibile “U 17” silura e affonda nel Canale d’ Otranto il cacciatorpediniere italiano “Impetuoso”
▪ 1916 - 14 luglio: affondamento vicino all’ isola di Lissa del sommergibile italiano “Balilla” da parte delle torpediniere “65 F” e “66 F”
▪ 1916 - 31 luglio: il sommergibile italiano “Giacinto Pullino” si incaglia vicino alla punta meridionale dell’ Istria, viene catturato, ma affonda durante il successivo tentativo di traino
▪ 1916 - 2 agosto: la nave da battaglia italiana “Leonardo Da Vinci” esplode e affonda nel porto di Taranto a seguito di un sabotaggio compiuto da agenti austriaci
▪ 1916 - 27 agosto: entrata in guerra della Romania a fianco dell’ Intesa
▪ 1916 - 28 agosto: dichiarazione di guerra dell’ Italia all’ Impero Tedesco. La Flottiglia del Danubio bombarda il porto rumeno di Giurgiu
▪ 1916 - 15 settembre: gli idrovolanti della k.u.k. Kriegsmarine “L 135” e “L 132” bombardano e affondano nel Mare Adriatico il sommergibile francese “Foucault”
▪ 1916 - 2 ottobre: unità della Flottiglia del Danubio distruggono il ponte militare costruito dalle truppe rumene presso Rajhovo, alle spalle dei congiunti eserciti degli Imperi Centrali. Gran parte delle forze del nemico, impossibilitata a ritirarsi, viene circondata e annientata
▪ 1916 - 17 ottobre: il sommergibile “U 16” affonda nel Mare Adriatico il cacciatorpediniere italiano “Nembo”, ma, colpito dalle esplosioni delle bombe di profondità, affonda anch’ esso
▪ 1916 - 21 novembre: l’ Imperatore Francesco Giuseppe I (Franz Joseph I.) muore a Vienna, gli succede il pronipote Carlo che assume il nome di Karl I.
Fig.
18 - L’Imperatore Carlo I d’Austria e Re Carlo IV d’Ungheria con la
moglie Zita di Borbone Parma e il primogenito Otto. |
▪ 1916 - 23 novembre: unità della Flottiglia del Danubio proteggono, presso Sistow, l’ attraversamento del Danubio da parte delle forze congiunte degli Imperi Centrali
▪ 1916 - 6 dicembre: occupazione della capitale della Romania, Bucarest, da parte delle forze riunite degli Imperi Centrali
▪ 1916 - 22-23 dicembre: combattimento vittorioso di una flottiglia di cacciatorpediniere della k.u.k. Kriegsmarine nel Canale di Otranto contro preponderanti forze nemiche
1917
▪ 1917 - 8 febbraio: il Comandante della Flotta, grande ammiraglio Haus, muore a bordo della sua nave di bandiera “Viribus Unitis”
▪ 1917 marzo: dichiarazione di guerra degli Stati Uniti d’ America agli Imperi Centrali
▪ 1917 - 31 marzo: il sommergibile “U 30” va perduto nel Mediterraneo, a seguito del lancio di bombe di profondità effettuato da una vedetta inglese
▪ 1917 - 15 maggio: impresa degli incrociatori della k.u.k. Kriegsmarine “Novara”, “Helgoland” e “Saida” contro il blocco alleato nel Canale di Otranto, con l’ affondamento di quattordici navi pattuglia del nemico. Sulla via dl ritorno gli incrociatori, pur attaccati da preponderanti forze nemiche e dopo un accanito combattimento, riuscirono a raggiungere la loro base di partenza di Cattaro. La nave di bandiera “Novara”, immobilizzata da un colpo ricevuto in sala macchine, venne presa al rimorchio, con una coraggiosa manovra, da parte dell’ incrociatore “Saida”. Contemporaneamente un gruppo di cacciatorpediniere della k.u.k. Kriegsmarine, durante un attacco ad un convoglio nemico, affondava una nave da carico e il cacciatorpediniere italiano “Borea”
▪ 1917 - 16 maggio: il sommergibile “U 5” incappa nel Canale di Fasana in una mina e affonda, potrà successivamente essere recuperato e riparato
▪ 1917 - 4 giugno: il cacciatorpediniere “Wildfang” incappa, nel Nord Adriatico, in una mina alla deriva e viene perduto
▪ 1917 - 11 giugno: il sommergibile “U 27” danneggia con un siluro il cacciatorpediniere giapponese “Sakaki” vicino a Cerigo
▪ 1917 - 13 luglio: entrata in guerra della Grecia a fianco dell’ Intesa
▪ 1917 - 22 settembre: il monitor fluviale “Inn” incappa in una mina sul Danubio in Romania e affonda; potrà essere recuperato e riparato successivamente
▪ 1917 - 27 settembre: idrovolanti della k.u.k. Kriegsmarine bombardano e distruggono un dirigibile italiano sull’ aeroporto di Jesi
▪ 1917 - 29 settembre: durante un attacco da parte di idrovolanti della k.u.k. Kriegsmarine sull’ aeroporto di Ferrara viene distrutto l’ hangar principale e il dirigibile che vi era ospitato
▪ 1917 - 5 ottobre: sulla torpediniera “TB 11” scoppia, durante un viaggio di pattuglia, un ammutinamento a lungo preparato. I membri dell’ equipaggio di madre lingua tedesca e ungherese, insieme agli ufficiali, vengono presi prigionieri da elementi di altre nazionalità e la nave, sotto bandiera bianca, viene consegnata al nemico sulle coste italiane
▪ 1917 - 31 ottobre: occupazione di Grado da parte di un distaccamento da sbarco della k.u.k. Kriegsmarine
▪ 1917 - 10 dicembre: durante un attacco notturno di siluranti italiane al porto di Trieste, la nave da battaglia “Wien” viene silurata e affondata dal “MAS 9”
▪ 1917 - 16 dicembre: armistizio degli Imperi Centrali con la Russia
1918
▪ 1918 - gennaio: armistizio degli Imperi Centrali con la Romania
▪ 1918 - 1-2-3 febbraio: “Rivolta di Cattaro”: gli equipaggi di alcune navi della k.u.k. Kriegsmarine di stanza alle Bocche di Cattaro chiedono la fine della guerra e migliori condizioni di vita; la rivolta è chiaramente ispirata alla Rivoluzione d’ Ottobre in Russia
▪ 1918 - 21 febbraio: il sommergibile “U 23” viene affondato, con il lancio di bombe di profondità, nel Canale d’ Otranto, dalla torpediniera italiana “Airone”
▪ 1918 - 3 marzo: trattato di pace di Brest-Litowsk con la Russia
▪ 1918 - 17 marzo: costituzione del reparto cacciamine della k.u.k. Kriegsmarine nel Mar Nero (“k.u.k. Minensuchdivision im Schwarzen Meer”), utilizzando unità della Flottiglia del Danubio
▪ 1918 - 1 aprile: costituzione della “Divione Wulff della Flottiglia del Danubio nel Mar Nero e nei fiumi dell’ Ucraina” (“k.u.k. Flottillenabteilung Wulff im Schwarzen Meer und auf den ukrainischen Flüssen”), utilizzando unità della Flottiglia del Danubio. Il trasferimento a Odessa, Cherson e Nikolajew avviene dopo un’ operazione di pattugliamento lungo i fiumi dell’ Ucraina Meridionale
▪ 1918 - inizio aprile: inizio della ricerca dei campi minati davanti all’ estuario del Danubio nel Mar Nero da parte del reparto cacciamine della k.u.k. Kriegsmarine nel Mar Nero (“k.u.k. Minensuchdivision im Schwarzen Meer”)
▪ 1918 - 8 aprile: la chiatta “I” della k.u.k. Kriegsmarine incappa davanti a Sulina, nel Mar Nero, in una mina e affonda
▪ 1918 - 16 aprile: il cacciatorpediniere “Streiter”, durante un servizio di scorta, si scontra nel Golfo del Quarnero con il piroscafo “Petka” e affonda
▪ 1918 - 22 aprile: vittorioso scontro notturno, nei pressi di Valona, di un gruppo di cacciatorpediniere della k.u.k. Kriegsmarine contro cacciatorpediniere inglesi
▪ 1918 - 14 maggio: il sommergibile “U 27” silura e affonda nel Mare Adriatico il cacciatorpediniere inglese “Phoenix”. Durante un tentativo di penetrare, nottetempo, nel porto di Pola, la silurante italiana “Grillo” viene affondata dal fuoco delle batterie poste a difesa del porto
▪ 1918 - 11 giugno: durante una sortita della Flotta della k.u.k. Kriegsmarine nell’ Adriatico Meridionale la corazzata “Szent Isztván” viene affondata con due siluri durante un attacco notturno portato dalla silurante italiana “MAS 15”
▪ 1918 - 1-2 luglio: vittorioso scontro di cacciatorpediniere della k.u.k. Kriegsmarine nel Nord Adriatico contro superiori forze nemiche
▪ 1918 - 4 luglio: il sommergibile “U 20” viene silurato e affondato nel golfo di Trieste dal sommergibile italiano “F 14”
▪ 1918 - 9 luglio: il sommergibile “U 10” incappa nel golfo di Trieste in una mina e affonda; lo scafo viene recuperato ma non sarà mai riparato
▪ 1918 - 9-12 settembre: ritorno della “Divisione Navale Wulff” (“Flottillenabteilung Wulff”) da Odessa verso la foce del Danubio
▪ 1918 - 21 settembre: l’ “U 47” silura e affonda il sommergibile francese “Circe”
▪ 1918 - 29 settembre: armistizio solitario con l’ Intesa della alleata Bulgaria, dopo il crollo del fronte macedone
▪ 1918 - 2 ottobre: scontro vittorioso davanti a Durazzo, contro una flottiglia nemica, da parte delle navi della k.u.k. Kriegsmarine appoggiate dalle batterie costiere. Dopo il siluramento dell’ incrociatore leggero inglese “Weymouth”, effettuato da parte del sommergibile “U 31”, il nemico interrompe la sua azione e si ritira
▪ 1918 - 13 ottobre: per evitare il rischio di essere tagliate fuori dal fronte, le unità della Flottiglia del Danubio si ritirano, risalendo il Danubio dalla Romania, in mezzo a saltuari aspri combattimenti
▪ 1918 - 28 ottobre: la Flottiglia del Danubio protegge la ritirata delle truppe austro-ungariche dalla Serbia
▪ 1918 - 30 ottobre: il monitor fluviale “Bodrog”, mentre protegge la ritirata delle truppe austro-ungariche da Visnica, si incaglia su di una secca e, dopo inutili tentativi di essere rimorchiato, deve essere abbandonato sotto il pesante fuoco nemico. L’ imperatore dell’ Austria-Ungheria invia un telegramma in cui ordina a tutte le forze armate di sospendere le ostilità e di consegnare la flotta al Parlamento degli Slavi del Sud
▪ 1918 - 31 ottobre: al tramonto tutte le navi della k.u.k. Kriegsmarine presenti a Pola ammainano la bandiera rosso-bianco-rossa e innalzano la bandiera rosso-bianco-blu degli Slavi del Sud. La notte seguente, quella che era stata sino ad allora la nave ammiraglia della flotta, la “Viribus Unitis” viene affondata, nel porto di Pola, da parte di incursori italiani, che non erano a conoscenza della nuova situazione creatasi
▪ 1918 - 1 novembre: all’ alba tutte le navi della k.u.k. Kriegsmarine di stanza a Sebenico e nel Golfo di Cattaro, con il saluto di ventun salve di cannone, ammainano la vecchia bandiera austro-ungarica e innalzano la nuova bandiera rosso-bianco-blu degli Slavi del Sud. A Ujvidek, lungo il Danubio, si radunano tutte le unità della Flottiglia del Danubio per intraprendere il viaggio di ritorno verso Budapest
▪ 1918 - 3 novembre: l’ Imperatore Carlo I (Karl I.) abdica dal trono
▪ 1918 - 6 novembre: la flottiglia del Danubio entra a Budapest, gli equipaggi austriaci proseguono per Vienna
▪ 1918 - 12 novembre: proclamazione della Repubblica Austriaca
Con la dissoluzione della Patria comune e la perdita di tutti i territori costieri, finisce la storia della k.u.k. Kriegsmarine.
Fig. 19 - Il 1° novembre 1918 la gloriosa bandiera
rosso-bianco-rossa della Marina da guerra austro-ungarica viene
ammainata per l’ultima volta.
(Testo liberamente tratto e tradotto dai libri di Karl Gogg “Österreichs Kriegsmarine 1440-1848” e “Österreichs Kriegsmarine 1848-1918”).